Bentornati alla sesta puntata della rubrica del brivido freddo, all’accolita di quelli che hanno perso dieci anni di vita causa spavento devastante. Quelli che si sono cagati sotto, insomma.
Oggi narreremo di quel giorno in cui io, il Franz e Francesco stavamo tranquillamente uscendo da casa di quest’ultimo per recarci al centro storico di Perugia.
Dovete sapere che Francesco ha una casa al centro, storica anch’essa, collegata al livello della strada da una storicissima e LENTISSIMA ascensore in legno, delle dimensioni di una scatola da scarpe. Succedeva quindi che, durante le feste, il festeggiato e altri due eletti potevano usare l’ascensore, mentre la comune plebaglia doveva farsi quattro piani di scale a piedi.
Insomma io, lui e il Franz stavamo scendendo a piano terra, stipati come schiavi in una galera. Quando accade quello che mai deve accadere in uno spazio ristretto: il Franz si accorge che c’è un insetto nell’ascensore.
Un ragno per l’esattezza.
Io non ho mai visto una mente umana spezzarsi con tanta rapidità. Il Franz impazzì letteralmente, vuoi per i suoi trascorsi con gli insetti (link articolo cavalletta), vuoi perché lo spazio era davvero minuscolo e non poteva fuggire.
In barba alla sicurezza, all’amicizia e alla decenza, il Franz inizia ad urlare “UCCIDETELO! UCCIDETELOOOOOOOOOOO!”, come Muldoon nella scena iniziale di Jurassic Park. Il mio presunto amico mi afferra da dietro la testa e letteralmente mi SPINGE la faccia contro il ragno (tra l’altro un ripugnante ragno verde picchettato di marrone).
Il ragno come era in realtà:
Come, molto probabilmente, era percepito dal Franz:
Io riesco miracolosamente a buttare le mani avanti e a salvarmi i denti.
Il ragno, comprensibilmente allarmato, si lancia verso terra calandosi con la ragnatela, e il Franz entra in modalità Banshee irlandese, agitandosi come un tarantolato e lanciando grida agli ultrasuoni rendendo immediatamente sordi tutti i cani dell’Umbria.
Il ragno scende lentamente verso il terreno e il Franz continua a spingerci contro di lui probabilmente pensando che, se riusciva a sacrificarci al ragno egli, sazio di carne umana, lo avrebbe lasciato in pace e sarebbe svanito con un “puff”.
Io e Francesco cerchiamo di farlo ragionare, di bloccarlo, ma il Franz è completamente fuori controllo. Cinque piani di ascensore non sono mai stati così lunghi, ve l’assicuro.
Non ricordo bene chi lo uccise, tra me e Francesco. Uscimmo dall’ascensore trafelati come dopo una battaglia.
Il Franz non aprì bocca per tutto il pomeriggio.
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