Dovete sapere che, da bravo bambino figlio degli anni Ottanta, la mia infanzia è stata una grande avventura costellata di quelle situazioni pericolose tipo arrampicate di scale o tetti o petardi o roba in fiamme che fanno piangere le mamme e alzare la voce ai papà.
Se poi considerate che mia madre mi ha sempre fatto evitare la televisione, spingendomi a creare cose o a disegnarle, potete immaginare come il fattore “uh guarda che bell'albero fammici arrampicare che ci costruisco una capanna sopra” abbia raggiunto i massimi livelli.
Dovete sapere che mio zio Giacomo gestisce una super tenuta per conto di una famiglia inglese. Questa specie di borgo comprende un vigneto, un oliveto, e tanto, tanto spazio per giocare. Il paradiso per dei bambini irrequieti. Due colline a disposizione per fare tutto quello che volete, più un officina ultra fornita, più uno zio capace di costruire qualsiasi cosa. Cosa volete di più? Nulla, appunto.
Io, mio cugino Jacopo e mia sorella ce ne stiamo a bighellonare in giro, indecisi sul da farsi. Costruire spade di legno e menarci? Già fatto. Infastidire i nidi dei calabroni e poi spedire zio ad ucciderli? Già fatto. Costruire archi e cacciare fagiani e lepri? Già fatto.
Costruiamo una capanna, dunque!
Decidiamo di utilizzare delle ginestre secche, tagliate da zio e accumulate in un angolo. Un'ora di lavoro e siamo già all'interno di un simpatico igloo vegetale. Lo spettro della noia bussa alle porte della nostra nuova casa e decidiamo quindi di fare quello che un qualsiasi bambino della nostra generazione faceva se si annoiava: diamo fuoco alle pareti della capanna. Il gioco era questo: Jacopo dava il via alle fiamme e mia sorella, armata di bottiglia d'acqua, spegneva tutto salvandoci da una morte atroce. Per qualche motivo a mio cugino il fuoco piaceva molto, quindi ogni volta afferrava Martina, mia sorella, impedendole di agire potendo così ammirare le fiamme ancora un poco.
Alla terza volta di fila mio cugino la trattiene un po' troppo e, quando Martina cerca di spegnere le fiamme, l'acqua è troppo poca.
La ginestra (Spartium junceum) è un arbusto della famiglia delle Fabaceae estremamente ricco di oli e, soprattutto secco, è probabilmente la cosa più infiammabile nel sistema solare.
Le fiamme ci avvolgono in un battibaleno, riusciamo ad uscire e iniziamo ad urlare avvolti dal fumo.
La silhouette di mio zio appare prontamente in cima ad una salita. È a torso nudo, armato di due secchi d'acqua.
Afferra me, mia sorella e mio cugino e ci lancia fuori dal fumo. Getta acqua sulle fiamme con i secchi e successivamente con un idrante improvvisato, scagliando fulmini dagli occhi e dal culo, come William Wallace.
Indovinate chi si è beccato la ramanzina, essendo il più grande del trio?