Ora io so benissimo di come, in teoria, oggi avrei dovuto pubblicare una puntata a fumetti di Recensioni Senza Matita. E non che io non abbia il tempo, eh.
Ho finito di lavorare alle cinque, oggi. Dalle cinque alle nove (ora di cena) fanno quattro ore nette. In quattro ore, di RSM, ne faccio due.
Forse pure tre.
Ma questo post lo volevo scrivere, e quindi eccoci qua.
Non vi incazzate.
Rimasi colpito, anni fa, da una frase che Edino aveva detto. Eravamo in macchina io, lui, Francesco alla guida e Ludo al suo fianco. Stavamo guardando Hook Capitan Uncino, quella meraviglia del film di Spielberg.
Disse così, dal nulla, senza smettere di guardare lo schermo: "La visione di questo film dovrebbe essere obbligatoria. Tipo durante le elementari, o qualcosa del genere".
Ed Edino ha ragione.
Quel film è ciò che più si avvicina al concetto di, cinematograficamente parlando, perfezione.
Il cast è superbo. Le interpretazioni eccezionali.
È una favola senza tempo, senza freni, senza confini.
Talmente è potente l'immaginifica Isola Che Non C'è portata in vita da Spielberg, da aver comodamente sostituito quella della Disney nel mio immaginario collettivo.
Dustin Hoffman, per esempio. Lui non interpreta Capitan Uncino.
Lui È Capitan Uncino. Il trasporto con cui si muove, con cui parla, con cui arriccia i baffi è qualcosa che non posso descrivere a parole. L'affetto che provo nei riguardi di quel film non ha limiti.
Ma come lui è il cattivo perfetto, spugna è la spalla perfetta. Comica, goffa, serpentina.
PERFETTA.
E ad interpretarla un attore sempre sottovalutato. Un attore che se n'è andato il 29 aprile. In silenzio.
Bob Hoskins portato via da una polmonite.
Per me è stato e sempre sarà, dopo averlo visto in "Chi ha incastrato Roger Rabbit", il detective perfetto. Quello che avrei chiamato ad interpretare Nicky Belane in un immaginario film tratto da "Pulp" di Bukowski.
Il lutto è qualcosa che ho sempre fatto una fatica enorme a metabolizzare. Ho un difficile rapporto con tutto ciò che riguarda scomparsa, morte, condoglianze. Non so mai cosa dire, cosa fare, come agire di fronte alla scomparsa di una persona cara, mia o di altri.
Da poco ho dovuto subire un lutto in famiglia, di cui ancora non mi sento di parlare. Una ferita ancora bella aperta e dolorosa per me e per i miei.
Forse in qualche settimana. O in qualche mese. O chissà quando.
E anche in quella situazione la prima cosa che, immediatamente, mi fu chiara fu: "Che cazzo faccio ora? Che dico?"
Scelsi di dire davvero poco. A volte è meglio starsene zitti se non si sa cosa dire.
Starò zitto anche ora.
Ciao, Bob.
Quando persone del tuo calibro se ne vanno, il mondo si rivela nuovamente per quello che è:
Un'immonda, schifosa scoreggia bagnata.
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