giovedì 23 gennaio 2014

IL PLACIDO, RILASSATO MONDO DEI DERBY INGLESI



Il tifoso inglese è una bestia ammirevole. Con in corpo la birra consumata mensilmente dal Lussemburgo, si aggira per strade e metropolitane sbraitando slogan e puzzando. La maggior parte di loro hanno la testa rasata, le guance e il naso rossi, vasi capillari esplosi e le giacche in pelle. E gli anfibi. Questi amabili individui si muovono in gruppo in un continuo, instancabile girone di goliardia, in cui saltellano abbracciati, si strattonano, si menano.
La loro potente, invasata passione per il calcio li porta sempre ad andare allo stadio e dare vita a battaglie campali, in cui godono nel massacrare loro simili.
Solo un tifoso inglese ubriaco può decidere di sfidare le incazzatissime, preparatissime forze armate inglesi. Un poliziotto inglese medio, soprattutto se femmina, ha la densità media del piombo. E più sono bassi, più il loro peso è attratto dal centro della Terra, diventando così un'inamovibile, potente macchina di schiaffi.

Una volta me ne stavo tornando a casa da lavoro. La sera del derby di una di quelle squadre inglesi di cui ignoro i nomi, che di football poco m'importa. Esco dalla stazione di Wood Green con la testa nello zucchero, mentre il mio mp3 mandava Chet Baker a palla. Il mondo attorno, un film muto.
Fuori dalla stazione, sempre in scena muta, vedo gente che fugge terrorizzata. Mi tolgo le cuffie incuriosito e noto il pavimento, rosso di sangue. Al di là dalle porte una scena tanto surreale da sembrare finta: immaginate una grande piazza londinese dove avviene un'ordalia orribile di gente avvinghiata a terra. Si prendevano selvaggiamente a pugni in viso, il sangue schizzava dappertutto.
Io, zigzagando incredulo tra i rissaioli, riesco quasi a raggiungere un pezzo di strada sicuro e inizio a camminare normale, quando sento urlare “Prendetelo! È stato lui a far partire tutto!”
Mi giro e vedo due sbirri grossissimi corrermi in contro.
Accelero il passo, abbastanza terrorizzato. Mi stanno quasi addosso, ma io non inizio a correre. Temevo mi seccassero con il taser.
Poi capisco che il vero responsabile della rissa è uno spilungone balcanico davanti a me, che sta girando l'angolo per alzare i tacchi.

Grazie al cielo, proprio mentre gli sbirri mi stanno a due metri, un tipo sulla strada urla “HA APPENA GIRATO L'ANGOLO, PRENDETELO!”.

I due poliziotti mi corrono ai lati, la donna mi spinge di lato urlando un gentilissimo MOVEOUTTHEWAY, si lanciano sullo smilzo e lo ammanettano in un attimo.
Quello manco ci prova a reagire, che attaccare due poliziotti inglesi, fra cui una donna, significa voler spostare a mani nude una piccola catena montuosa.

In fiamme.

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