venerdì 7 novembre 2014

GAME OVER # 16 : GIOCARE A RISIKO CON ALBERTO



Benvenuti ad una nuova puntata dai livelli di stress altissimi, che solo a leggerla viene il fegato amaro.
Benvenuti a Game Over, il tempio della frustrazione video ludica.

Oggi, tuttavia, la rubrica sfonderà i confini degli schermi per atterrare nel periglioso, pericolosissimo territorio dei giochi da tavola.
Essi, fieri accompagnatori dell'uomo fin dagli albori della civiltà, hanno perseguito con dedizione la loro missione: distruggere i rapporti sociali.

Avete una famiglia che si ama? Fatela giocare a Monopoli.
Avete un gruppo di amici particolarmente affiatato? Fateli giocare a Risiko.

La rubrica continuerà con il presupposto che i lettori conoscano Risiko, famoso gioco di strategia e conquista. Se non conoscete il suddetto spegnete il vostro computer, ingoiate del cianuro, recatevi sotto il cespuglio più vicino e aspettate la morte.


Nei tempi d'oro della mia giovinezza ci vedevamo spesso a casa di Alberto, che tornava particolarmente comoda poiché in pieno centro storico.
Posso descrivere Alberto, caro amico, come Branduardi descrive il diavolo: è mancino, meschino e suona il violino.
Alberto vanta un incredibile collezione di giochi da tavola, ma proprio con Risiko egli scatenava tutto il suo mastodontico, prodigioso culo.
Difatti, dopo le prime frustranti sconfitte, venne messa in pratica la tacita regola del “tutti contro Alberto”.

Non servì a nulla. Io, il Franz e Francesco venivamo lasciati sconfitti a galleggiare in un mare di bile.

Alberto poteva resistere a qualsiasi attacco. Alberto poteva conquistare il mondo partendo dal Madagascar.
Alberto aveva una ghiandola, vicino al polso, che secerneva le carte giuste per ricevere truppe bonus.
Un esempio di tiro VERAMENTE SFORTUNATO di Alberto con tre dadi era: 6, 5 e 4.
Per farvi capire. Per darvi un'idea di cosa io e Francesco abbiamo dovuto subire.
Cinzia, la mamma di Alberto, ci vedeva abbandonare la casa con gli occhi rossi, le facce stravolte e i capelli spettinati.
Con ogni probabilità la povera donna avrà pensato ad una precoce dipendenza dagli oppiacei o dagli psicofarmaci. E come biasimarla?
Come poteva sospettare di aver portato in grembo la più formidabile macchina macina punti della storia?

Ricordo che ce ne andavamo sempre a giocare nel seminterrato, dove nessuno poteva sentirci urlare. Una volta ero appena riuscito ad ottenere un incedibile bonus da tipo quaranta carri armati.
Ero ebbro di potere.

Ero giovane.
Avventato.

Anni di frustrazione mi portarono a fare quello che mai e poi mai bisogna fare in Risiko: lasciarsi andare alla furia.
Misi tutti i carri armati su di uno stato e, puntando il dito contro Alberto, dissi con voce di tuono: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH CHI RIDERÀ ADESSO?

Alberto non disse nulla, sorrise dietro alle lenti degli occhiali e afferró i dadi.

Avevo 51 truppe. Lui cinque.




Quello che ne seguì fu uno scontro epico, un gioco di energie devastante. Le pareti della casa di Alberto sono ancora annerite dalla mia rabbia.

Vinse lui.

Affogai le mie tristezze con il vino.
Tanto vino.
Quando mamma mi vide ubriaco mi fece la domanda di rito: Ma perché ti riduci così?

Eh.

Vaglielo a spiegare.

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