giovedì 16 ottobre 2014

SPAVENTI IMPORTANTI # 17: IL LENTO FUGGIRE



Benvenuti alla puntata di Spaventi Importanti numero diciassette. Diciassette è da sempre un numero particolare, associato dall'uomo a sfighe di sorta. Sfighe che possono portare, ovviamente, a disastrose conseguenze.

Nei radiosi giorni felici della mia infanzia dovete sapere che abitavo a Ponte Felcino, località perugina famosa per il Parco Botanico, lo spaccio e cellule nascoste di Al Qaeda (true story).

Il parco in particolare è stato per me luogo di mille avventure, siano esse state affrontate da solo o in compagnia del prode Francesco.
Inoltre il Parco Botanico di Ponte Felcino è stato anche cornice e location delle riprese dell'ultimo capitolo della saga dei Ninja Zombie Mannari Mutanti di Sangue, ma questa è un'altra storia. Una storia che parla di amore, amicizia e acciaio.
Una storia che parla di arabeschi di sale sulla maglia di Edino.
Una storia Apowershallrise.

Comunque.

Me ne sto, Mattia ragazzetto, sulle sponde del Tevere e, novello Frodo Baggins, leggo seduto appoggiato al tronco di un salice.
La vita mi sorride e la giornata è tiepida, scaldata da un sole primaverile che bacia ogni cosa con dolcezza.
Tanto è potente il potere buono di quel sole che decido di sdraiarmi sulla riva sabbiosa e godermi la brezza pomeridiana.
Dopo una decina di minuti passati a guardare il rosa delle mie palpebre chiuse, le mie orecchie vengono attratte da un rumore.

Un sibilo.

Vicino. Molto vicino. Apro gli occhi e, sdraiata a prendere il sole vicino a me, c'è una vipera.




Tipo a quaranta centimetri.
Io rimango a contemplarla per un buon minuto.
Mi chiedo se una situazione del genere sia possibile.
La vipera è immobile, muove solo la lingua. Sembra finta.
L'istinto mi dice di scattare in piedi e fuggire in Alabama, ma il raziocinio mi fa capire che la figlia di puttana non aspetta altro per mordermi e mandarmi a spalare carbone all'inferno, come i nemici di Tex Willer.
Inizio quindi a mettere in atto la manovra salva vita più lunga del mondo, record ancora imbattuto e registrato nel libro dei Guinness.
Sei minuti di lentissimo, impercettibile movimento all'indietro.

Lentissimo.

L e n t i s s i m o.

L  e  n  t  i  s  s  i  m  o.

Sei minuti esasperanti in cui quasi mi piscio addosso dalla paura.
E quella vipera merdosa che mi guarda con i suoi occhi neri e lucidi come petrolio.

Non appena raggiungo una distanza che reputo di sicurezza faccio un convulso salto per mettermi in piedi, tipo i gatti quando li spaventi, e a grandi falcate corro in mezzo alle ortiche, raggiungendo casa stremato ma vivo.

Lo racconto a mamma e papà, ma loro non mi credono.

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