sabato 4 ottobre 2014

MATTIA VS FOOD # 13: L'ONDA



Benvenuti alla rubrica dedicata ai pasti devastanti, pericolosi e mancati.
E, quest'oggi, proprio di questi ultimi si parla.
I pasti rubati.

O rovinati.
O troppo costosi.
O sottratti all'ultimo.

I pasti che, in parole povere, non arrivano allo stomaco.

Avevo finito di lavorare abbastanza presto e tornavo a casa dopo un turno abbastanza stancante.
Dovete sapere che io vengo spesso assalito da voglie alimentari che al confronto donne incinta spicciatemi casa.
Una volta dovetti correre dentro un alimentari al centro di Perugia perché DOVEVO mangiare olive verdi e bere succo ACE. Ne mangiai un barattolo grande e ne bevvi un litro e mezzo.
Questa volta la voglia è un'altra: zozzerie. Quegli alimenti chimici e pericolosissimi che, assunti in grandi quantità, rendono ciechi o sordi o muti.
Una volta conoscevo un tizio che consumava due tubi di Pringles al giorno, uno dopo pranzo e uno prima di infilarsi a letto.
Dopo sette anni 'sto tizio ha perso tutti i capelli e riesce a camminare sulle braccia.
Tutte e sei.

Entro da Tesco e mi infilo nella galleria dei cibi malsani, girone moderno popolato da studenti svogliati e tossicodipendenti benestanti. Sguardi che rovistano, che cercano, che agognano spazzatura confezionata da designer super pagati.
Adocchio subito la mia preda: una pasta al bacon, pollo e salame piccante. Il tutto galleggiante in quella che viene millantata come una salsa al pomodoro e basilico.
Mi godo la grafica del pacco, la forchetta di plastica nera, la sfacciataggine con cui Tesco cerca di rifilarti le sue baggianate sul cibo buono e fresco.
Esco dal supermercato fiero ed affamato, la mente stravolta dall'acquisto colpevole.
Apro la confezione per la via, ansioso di gustarmi gli emulsionanti e i conservanti in essa contenuti.

Ha appena piovuto.

Turnpike Lane, mai famosa per la cura stradale, è piena di buche.
E le buche sono enormi pozzanghere.

Una macchina passa a razzo, spostando una quantità d'acqua pari all'Oceano Indiano. Su di me. Sulla mia pasta.
Guardo nelle mie mani e la confezione di plastica sembra essere stata riempita dalle fangose acque del Gange.
Vengo infiammato dal fuoco nero della rabbia. 




Inizio a bestemmiare selvaggiamente, urlando al cielo la mia disperazione.
Butto la confezione con gesto teatrale e, con il pugno chiuso verso le nubi, giuro una tremenda vendetta contro il guidatore ignoto.
Pieno di odio verso il mondo e gli automobilisti, sento addosso tutta l'acqua, la puzza e lo sporco della cazzo di Londra.
Mi incammino a grossi passi verso casa, mormorando orribili anatemi tra i denti.


Passai la giornata chiuso nella camera, fumando come un turco e leggendo articoli sulla criminologia.

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