mercoledì 13 agosto 2014

GAME OVER # 12: GIOCARE CON IL FUOCO



Far Cry 3, come ho ripetutamente detto QUI è un gioco eccezionale e divertente. Come tutti i videogame appartenenti alla categoria del “mah non c'ho un cazzo da fare mi sa che gioco a *nome del gioco*” esso è anche fonte di orribili incazzature e bug non indifferenti.
Il più esilarante è successo qualche giorno fa. Avevo appena concluso una delle missioni in cui quello psicopatico di Buck ci manda in luoghi angusti a cercare i pezzi di quella maledetta bussola azteca.
Posti in cui, inutile dirlo, le cose più amichevoli che incontriamo sono serpenti, varani e pirati armati di molotov.
Avete presente quando, all'inizio della nuova missione, raggiungete Buck che sta prendendo il sole su di una roccia sull'orlo di un grande precipizio, tipo grande buco nella montagna con tanto di lago sul fondo?





Ecco.

Inizio a sospettare che la sorte mi sia avversa quando arrivo e Buck sta prendendo il sole.

A due metri e mezzo da terra.


Levita, il figlio di puttana. Gli vado sotto e, com'era facile aspettarsi, la missione non parte.
Lui continua a starsene appoggiato al nulla con un'espressione godereccia sul volto.
Applico quindi la strategia soluzione del 70% dei problemi in un videogioco, adottata da migliaia di giocatori in tutto il mondo:

Lancio una granata sotto il culo del tizio.

Grande botto, zero risultati. Inizio a parlare lingue antiche come Saruman quando fra crollare la slavina addosso alla compagnia dell'anello.
A fianco del precipizio c'è una capanna di legno. Apro gli scrigni che ci sono dentro e guardo fuori dalla finestra. Il figlio di troia è ancora li, sospeso nel limbo della cattiva programmazione.
Poi, rovente, un pensiero felice mi infiamma tutto e io mi sollevo a mezz'aria brillando di polvere di fata, come su Hook Capitan Uncino: il mio personaggio è fiero possessore di un lanciafiamme.
Estraggo l'arma, mi posiziono bene sul davanzale e sputo fuoco sul mentecatto. Nulla.

Dopo aver violentemente bestemmiato fuori dalla finestra mi concentro, sconsolato, su quanta cura Mamma Ubisoft abbia messo nella realizzazione del fuoco.
La fiamme non solo sono splendidamente realizzate, ma si propagano seguendo il vento in maniera molto realistica, causando veri e propri incendi. Incendi che, ovviamente, possono essere utilizzati in maniera strategica per stanare nemici (o per farli arrosto).
Mi perdo un attimo a pensare di come mi sarebbe piaciuto provare le dinamiche del fuoco sul secondo capitolo della serie ma vengo prontamente riportato alla realtà da delle urla.
Alzo gli occhi sul monitor e il mio personaggio è avvolto dalle fiamme, così come la capanna di legno.
Il fuoco si era propagato da Buck all'erba e dall'erba alla capanna.
Mi lancio fuori dalla baracca urlando e un pensiero di salvezza si fa largo nel mio cervello: il baratro. C'è l'acqua in fondo.
Mi lancio ad angelo, con colonna sonora di John Williams di sottofondo.

Atterro su di una sporgenza rocciosa, un centinaio di metri più in basso.



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