sabato 12 luglio 2014

LE RECENSIONI DEL POLPETTONE: NON È UN PAESE PER VECCHI IN BLU RAY



Non ho mai fatto mistero del mio amore per i Fratelli Cohen. Ho sempre apprezzato la loro capacitá di raccontare storie. E, in quelle storie, di mescolare la commedia alla tragedia. Il pericolo all’assurdo, allo spaventoso, all’ironico.
Soprattutto, il loro saper scrivere e delineare personaggi tanto improbabili quanto assolutamente umani e vicini allo spettatore. Personaggi che chiunque di noi potrebbe vedere seduti accanto a se nella metropolitana. O che rientrano nelle nostre conoscenze. Chi non ha, fra le sue cerchie di amici, un “Brad Pitt” di Burn After Reading?





O chi, magari facendo la spesa, non ha mai incontrato qualcuno con la faccia da schiaffi come Clooney in Fratello Dove Sei?
Da questo punto di vista sento i Cohen molto vicini ad una letteratura fortemente legata a situazioni e personaggi particolari, come quella di Elmore Leonard o di quel porco di Bukowski.
Gente che, senza ombra di dubbio, sapeva rendere le situazioni reali. I dialoghi reali.

Non è un Paese per Vecchi è stato il mio primo Blu Ray Disc. Lo inserii nel lettore con fare religioso, sapendo che stavo per entrarein un mondo nuovo. E, fin dalla prima animazione (quella della montagna della Paramount che parte in 

definizione normale e poi passa in HD) la mia mascella sfondó il pavimento.

Il film mi lasciò di stucco. Leggendo poi opinioni online, mi resi conto che non fui il solo.
Prima di tutto la commedia qui non c’entra nulla. Il pubblico abituato al film dei Cohen classico subì una bella botta.
Il film, riadattamento cinematografico del romanzo di Cormac McCarthy, è una storia cruda, spietata, secca. 

Senza colonna sonora.

Sapete quanto cazzo è difficile fare un film di senza l’aiuto di una buona colonna sonora? Ve l’immaginate il Signore degli Anelli senza le musiche?

Ecco.

Appunto.

La storia, bisogna dirlo, non è che sia tutta ’sta gran cosa. Il tipico tizio che trova la tipica “roba che scotta” che finisce nel tipico giro più grande di lui è inseguito dai soliti brutti ceffi.
Ma i personaggi, signori miei! Gli attori!





Il protagonista della vicenda è interpretato da un convincente Josh Brolin, che fa il suo dovere semplicemente tenendo gli occhi a fessura e mostrando i baffi.





Poi c’è lo sceriffo, interpretato da un come sempre incredibile Tommy Lee Jones. Inutile negarlo, quell’uomo dalle rughe disegnate con la biro è nato per fare lo sbirro. O l’agente segreto. O quello che la sa lunga, insomma. Assolutamente naturale ed umana la sua performance, madre di un ometto che guarda con disincanto e invincibile sconfitta al suo lavoro.
Al suo proteggere la legge in un paese che, come recita il titolo, non è posto per vecchi come lui.





Ma passiamo al pezzo forte. Il cattivo. Un Havier Bardem che vince uno degli oscar più meritati della storia del cinema.
La sua interpretazione è spaventosa. In tutti i sensi. Riesce a trasformare, attraverso un’alchimia sconosciuta anche ai grandi, un perfetto sfigato in una terribile macchina da guerra.
Andiamo, siamo sinceri: un tizio vestito tutto di pelle nera con quel sorrisone viscido e quei ridicoli capelli a caschetto. Gli stessi Cohen, in un'intervista, ammetteranno che scoppiarono a ridere la prima volta che Bardem si presentò sul set conciato in quel modo.

Eppure raramente qualcosa mi ha fatto così paura su schermo. Il suo Anton è spaventoso, vigile, affilato. Come un occhio senza palpebre. Come un serpente di cui non si vede la testa.
Il dialogo fra lui e il vecchio del distributore di benzina è qualcosa che dovrebbe essere visto per legge. Capolavoro di scrittura, di recitazione, di regia.
Inoltre, grazie all’incredibile lavoro di doppiaggio fatto da Roberto Pedicini, questo film si infila nel ristretto, esclusivo club dei film che mi sono piaciuti più doppiati che in lingua originale.

Il supporto Blu Ray permette ovviamente una qualità audio incredibile e una ricchezza di dettagli visivi da togliere il fiato. Le lande riarse, la polvere, l’asfalto, il sangue. Tutto sembra vero, e stanco, e americano.

Un'esperienza incredibile che consiglio a tutti, un pezzo di storia del cinema che DEVE essere gustato fino all’ultimo.
Un film crudo, una storia secca e spietata come piace a me.
Un’interpretazione indimenticabile da parte di un Bardem all’apice della sua bravura. 
Da sola vale la spesa.

2 commenti:

  1. Non ho da aggiungere altro a questa ineccepibile recensione se non la segnalazione di questa immagine di Carnevale che spero gradirai: https://plus.google.com/photos/111138078781691980880/albums/5924485295382031153/5924485295824279634?banner=pwa&pid=5924485295824279634&oid=111138078781691980880

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  2. Grazie! L'avevo già vista, comunque. Carnevale è un cazzo di mostro.

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