domenica 22 giugno 2014

MATTIA VS. FOOD # 7: LA FONTANA



La puntata di oggi si spingerà ben oltre l’ambito solido, inoltrandosi nelle disavventure collegate al mondo delle bevande.
Voi dite, ma come? Non ti bastava essere un immondo maiale quando mangi? Pure quando bevi devi fare schifo?
Perdonatemi, ma sono un uomo di scienza. Devo esplorare tutti i limiti del mio corpo. 


E, se questo comporta essere un tombino, mi immolerò per il bene della ricerca.

Insomma ce ne stiamo io, Edino, Ludobambino e Francesco a Chiavari, un posto sperduto nel nulla ligure. Avevamo deciso di festeggiare capodanno con degli amici dei fratelli Röhl e, raccolti attorno al fuoco, facciamo quello che i ragazzi della nostra età fanno: giochi idioti.
Giochiamo a carte insieme ad un personaggio di tutto rispetto, tale Giako: esso è infatti un cristiano di un metro e novanta, con barba e capelli lunghi. Addosso una maglia con disegnato un gladiatore e delle pantofole di Winnie the Pooh. Ah, e un cappello alla Davy Crockett.
“PALLA DI FUOOOOCO”, urlava il suddetto, quando lanciava le carte sul tavolo.
I ragazzi che ci ospitavano hanno investito buona parte del budget di fine anno in coca cola, the al limone e crema di whiskey. Il tavolo è infatti invaso dalle bottiglie, rendendo la partita difficoltosa. Come difficoltoso è individuare il perché della peculiare scelta di bevande. Ma stiamo comunque parlando di gente che ha addosso pantofole di Winnie the Pooh e cappelli alla Davy Crockett.


Doveroso è ora raccontarvi delle mie particolare abitudini legate all’assunzione di liquidi: io non bevo durante il giorno. Quasi mai. Soprattutto mai durante i pasti. Quando bevo, però, mi tracanno due litri d’acqua a botta come i cazzo di cammelli.
Anche in quel momento, infatti, io afferro un boccale da birra e mi sparo, in rapidissima successione: una pinta di the al limone, una pinta di crema di whiskey e una pinta di coca cola.
Afferro il mazzo di carte e subito mi rendo conto che qualcosa non va. Lo stomaco sembra bollire dall’interno. Per farvi capire come il mio corpo si sia sentito in quel momento, infilate delle mentis in una bottiglia di coca cola e provate a tenerla tappata.


“Devoandareinbagnoscusate” dico tutto d’un fiato, mentre scappo verso l’agognata tazza.
Non faccio in tempo ad alzare la tavoletta che accade, fondamentalmente, quello che accadrebbe a voi se riempite un palloncino d’acqua, gli fate tre o quattro buchi e poi lo premete fortissimo:



La pressione derivata dalla devastante reazione chimica che stava avvenendo al mio interno fece sí che mi trasformassi in una potente pompa di vomito. Dal naso e dalla bocca insieme, tipo un posseduto.

Riconosco però che la sensazione generale finito tutto fu abbastanza piacevole. Mi sentivo svuotato e, in qualche modo, depurato.

Una catarsi.

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