giovedì 12 giugno 2014

LE RECENSIONI DEL POLPETTONE: MONUMENT VALLEY




Uno dei miei riti mattutini è quello di controllare gli aggiornamenti disponibili sull’App Store ed entrambe le classifiche dei videogiochi, sia quelli gratis che quelli a pagamento.

Un paio di mesi fa vengo colpito da un'icona molto graziosa, deliziosamente realizzata, schizzata in cima alle classifiche in tipo nemmeno un giorno. Titolo del gioco: Monument Valley.
Noto la media di 5 stelle su 5 e mi lancio a capofitto nei commenti:

“Capolavoro”
“Arte in movimento”
“Ogni livello è un dipinto di Escher”

Controllo quanto costa. Praticamente un cazzo. È mio.
Lo studio UsTwo ha sedi a New York, in un luogo scandinavo che è ovviamente impronunciabile e qui, a Londra.
È uno studio creativo, si occupa quindi principalmente di Graphic Design e illustrazione.
Infatti, Monument Valley è prima di tutto oggetto di design.
Ed è quel design minimale e delicato che fa bagnare le mutande di moltissime persone oggigiorno (me compreso).
La prima cosa che, attraverso il display retina del mio iPad, mi è arrivata immediatamente al cervello è stata la grande mole di lavoro che c’è stata nella costruzione dei livelli.

Ma partiamo dall’inizio: il giocatore veste i panni di una principessa che, muovendosi per scenari impossibili e bellissimi, dovrà cercare di raggiungere degli strani oggetti geometrici.
Cuore pulsante del gioco sono proprio i livelli. 




Oltre ad essere stati magistralmente realizzati, con una cura incredibile per quanto concerne resa spaziale e cromatica, i mondi fluttuanti sono dei veri e propri capolavori di percezione visiva.





Innegabile l’occhiolino all’opera di Escher, quel “sembra così ma magari è colá” a lui tanto caro.
Ed è proprio questo principio che permette alla nostra principessa di raggiungere la meta: se un livello sembra impossibile, il giocatore può renderlo “possibile” e “attraversabile” con un semplice movimento delle dita. Ruotando la realtà, cambiandola, capovolgendola.
Un gioco che delizia gli occhi e stimola il cervello. Ci sarebbe una lista lunga come un treno di case produttrici che dovrebbero genuflettersi a UsTwo, chinate il capo ed imparare.
Il videogioco è, prima di tutto, linguaggio artistico.
E, come tale, prima di essere usato deve essere compreso.






La quantità di schizzi preparatori e studi realizzata dai ragazzi di UsTwo è impressionante. Dietro ad ogni livello c'è un instancabile studio logico-spaziale che diventa il vero motore dell'avventura.

Unici compagni di viaggio della principessa sono dei fastidiosi e rumorosissimi uomini corvo (che tenteranno di metterci i bastoni fra le ruote) e uno strano totem monocolo (che ci trasporterà in punti altrimenti irraggiungibili).

Unica, grande pecca: la longevità. Il gioco, purtroppo, dura davvero poco. L’ho finito in un'ora e mezza.
La cosa mi ha talmente infastidito che ho contattato Steve, uno dei ragazzi di UsTwo qui a Londra, per chiedere spiegazioni.
Lui, probabilmente inquietato da tanta esuberanza, mi ha subito tranquillizzato sul fatto che stanno progettando nuovi livelli. Poi, senza dubbio, ha chiamato la polizia.

Monument Valley è un monumento alla ricercatezza artistica, alla dedizione e alla bellezza. Pagherei gli stipendi dei ragazzi di UsTwo personalmente, se ne avessi la possibilità.

Scaricatelo. Non potrete spendere del denaro in maniera migliore.

SCALA GIORGINA!


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