martedì 7 gennaio 2014

LE RECENSIONI DEL POLPETTONE: iA Writer



Amo scrivere. Da sempre. Amo come le parole possano essere utilizzate come le note, le spezie, i colori. Le parole sono lo strumento più potente del mondo. Hanno istruito, costruito, distrutto.
Ho sempre scritto a mano o al computer. Con l'arrivo del mio adorato iPad ho poi scoperto il magico mondo dello scrivere in giro senza trasportarsi un Mac da 1400€ dietro tutto il tempo.
E, per la natura di iOS, delle App. C'è un App per qualsiasi cosa su OS. E con qualsiasi intendo davvero qualsiasi. Per scrivere ne ho provate, ovviamente, moltissime. Dalle innumerevoli che amo definire (la famiglia Word), ossia quelle compatibili con il pacchetto Office della Microsoft, a quelle per le semplici note, fino a Pages, il processore di testi di casa Apple.
Ho amato moltissimo Pages. Su Mac, almeno. Su iPad il discorso è diverso. E mi viene voglia di strappare gli occhi ai progettisti Apple per due semplici motivi:
1)Mi aspetto che un gioco in 4D di ultima generazione boomcrashstrafigo si blocchi su iPad. Non mi stupirei. Ma che un fottuto processore di testo, un cazzo di programma che deve far apparire su schermo la lettera C se premo il tasto “c”, beh, quello è un altro paio di maniche.
Pages per iPad si blocca davvero troppo spesso. Poi per carità, non mi è mai capitato di perdere un file, ma i miei bei spaventi me li sono presi. Eccome se me li sono presi. Anche perché io quando scrivo mi immergo completamente e mi dimentico del tempo che scorre, quindi può capitare che passino anche due ore tra un salvataggio e l'altro. Se il lavoro di due ore mi si cancellerà per colpa di quei gibboni che hanno scritto il programma, dalla mia bocca usciranno frasi tanto blasfeme che la guardia svizzera marcerà come un sol uomo su ordine papale per giustiziarmi.
2)Quando aggiornai il sistema operativo alla nuova, scintillante versione iOS 7, anche Pages si aggiornò in automatico alla nuova versione. Quella del Mac, no. Ma non me ne preoccupai più di tanto. Fino a quando non tentai di aprire uno dei file salvati su iCloud sul vecchio Pages del Mac. Non potevo aprirli. Dovevo aggiornare anche quello su Mac. E secondo voi gratis? Nooooooooo alla modica cifra di 13,99£. Ricordo che quel giorno parlai molto, molto male delle mamme dei dipendenti Apple. Molto male.

Poi incappai in iWriter. Attratto dalle recensioni positive, da parole come “zen” e “semplicità”, decisi di investire quei 2,99£ nel l'acquisto dell'App osannata anche da scrittori di successo.
E, il fatto che sto scrivendo quest'articolo con iWriter vi fa capire l'esito della diatriba.
iWriter serve a scrivere. Punto. Niente fronzoli, niente grafiche, niente di niente. 

Ci siete voi, lo schermo bianco e le lettere nere.

E, una persona come me, non chiede altro. Io sono uno che ama la semplicità. Quando metto in ordine la scrivania tolgo tutto dalla superficie, lasciando solo la lampada. Il legno nero e sgombro mi attrae, come mi attraggono le tele bianche.
È promessa di possibilità.

L'App elabora i file in formato .txt, apribile da praticamente ogni processore di testo al mondo. Il tutto ovviamente sincronizzato su iCloud, Dropbox e Google Drive. L'interfaccia, come già detto, è cristallina e l'App in generale stabile e fluida.
La tastiera è arricchita da alcuni tasti aggiuntivi, come ad esempio quello per le parentesi o le virgolette, che rendono effettivamente la scrittura più rapida e scorrevole.

Degna di nota la modalità focus, che evidenzia le tre righe su cui si sta lavorando e lascia il resto del testo in grigio pallido, aiutando effettivamente lo scrittore con deficit di attenzione a non lasciarsi distrarre da tutto il resto.



Concludiamo: se siete scrittori duri e puri, e non vi interessa inserire nel vostro file grafici, immagini e casate varie, iWriter è quello che fa per voi. Promossa a pieni voti dal sottoscritto.

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