martedì 16 marzo 2010

QUELLI CHE LE FIERE DEL FUMETTO NON LE MERITANO

E' da circa quattro anni che ho il piacere (e l'onore) di lavorare nello staff di Narnia Fumetto e Fumetterni, gomito a gomito con gente che è mossa, come me, dalla passione sfrenata per quella che in tutto il mondo (tranne che in Italia), è reputata un'arte.

Il mio discorso potrà sembrare di parte, non oso nemmeno immaginare quanti beoti, prima ancora di finire di leggere il post, avranno bofonchiato "Grazie al cazzo che ne parla bene, ci lavora!"
Io alle fiere del fumetto ci sono cresciuto. Ed è stato un piacere.
Io i fumetti li colleziono. Amo le storie, amo come lo scritto e l'illustrato coabitino e si abitino.
Le persone che ci sudano fatica ogni santo giorno imbevono le pagine dell'ardore viscerale che gli arde nelle mani. E quell'ardore si sente. Si sente eccome.

(Tranne alcuni casi, chiaro)

E tutto ciò che è abitato da passione è arte. Punto.
Acquisto un fumetto con tutto l'orgoglio con cui un intellettuale acquista un libro.
Lo sfoglio con la delicatezza con cui si toccano le cose care.
Sono Mattia Ammirati, e sono un "fumettaro".

E' per questo che penso a cose di morte quando becco gente alla biglietteria che, con aria incredula, mi chiede: "Ah ma devo pure pagare per vedere una mostra di fumetto?"
Beh sai, non è un'esposizione di merda. Se volevi vedere la merda potevi guardarti allo specchio.
Se non vuoi spendere i 5 euro (Si, avete capito bene, 5 euro. Roba che ormai non ci compri nemmeno le vigorsol) del biglietto, spendili per una dose di cianuro. Il mondo avrà un cadavere in più e uno stronzo in meno.

Oppure quando, con immensa tristezza, becco i soliti noti che fanno acrobazie incredibili per dare il loro pass ospiti all'amico di turno.
Ma porca puttana troia, evita una serata in discoteca e ti ci paghi quattro ingressi. Invece di devastarti i neuroni con agenti psicotropi, prova l'ebrezza di respirare l'aria di un luogo animato dalla cultura!

Oppure i giornalisti, che al cospetto di Roberto Recchioni (autore dello splendido Mater Morbi) lo snobbano come l'ultimo degli stronzi e, come schifose mosche, pensano solo a ronzare attorno alla merda di turno: Un RI-DI-CO-LO fumetto di un bimbominchia su un tizio che ama le città pulite.
Un'immonda porcata che gli varrà una vita di vergogne.

Oppure il giornalista che pretendeva di intervistare Recchioni chiedendogli pareri sulla sua ultima fatica senza aver letto Mater Morbi.

...

Ma sei idiota? Oltre ad aver perso la faccia a livello professionale (se mai hai avuto una faccia), non ti vergogni di parlare di cose che non conosci?

Oppure i tamarri di Terni, che bonariamente canzonavano una leggenda vivente come Gipi al di là delle sbarre del cancello della fiera, durante il suo meraviglioso spettacolo. Un uomo che disperatamente, prepotentemente, racconta il quotidiano e una realtà nuova e insieme conosciuta. Immagino cosa sia la vostra vita. Nessun pensiero, nessun problema. Basta avere i soldi per la marmitta nuova, per la benzina, per i locali il sabato sera, e tutto fila liscio.
Beh spero che siate devastati dalle sventure e sfregiati dal destino, immondi figli di una cagna.

Sono Mattia Ammirati, sono un fumettaro.
E ne sono fiero.

(Questo post è dedicato a Edo, Ludo e Francesco, cari amici e valenti fumettari, a Francesco Settembre, uno dei pochi organizzatori che continua a dare la priorità alla qualità invece che al guadagno, e a tutti gli autori che ammiro e che stimo, e che sarebbe impossibile elencare)

2 commenti:

  1. Mi permetterei di aggiungere nel mucchio anche quelli che si scannano come massaie dal salumiere quando si tratta di fare la fila per i disegni degli autori, o peggio ancora quelli che arrivano dall'autore internazionale di turno con la faccia di chiedergli Naruto (o qualsiasi altra bimbominchiata con cui l'autore, evidentemente, non ha nulla a che fare).

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  2. lo posterò in tutti i luoghi ed in tutti i laghi. sei il solito geniaccio!!

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