domenica 14 settembre 2014

PIERO DA POLLO'S # 20: IL VAMPIRO CINESE



Incredibile. Venti puntate. Che bel numero il venti, mi è sempre piaciuto. 20. Pure scritto a numeri è bello. È una quantità considerevole che inizia a significare qualcosa.

Mi piace.

Benvenuti quindi alla ventesima puntata di Piero da Pollo's, la rubrica iniziata per scherzo che si è rivelata poi la preferita di molti.
La rubrica che narra le gesta di Piero, ragazzo immaginario che sono in pratica io ma in realtà non sono io. Chi vuol capir capisca.

Me ne sto in giro a servire tavoli quando un ragazzo cinese, straordinariamente grasso e brutto, entra dalla porta. Il ragazzo addetto ad accogliere i clienti alla porta sta flirtando con la cameriera spagnola quella figa. Non lo biasimo e vado incontro al nuovo arrivato.

Egli mi cammina in contro così (e vi giuro non sto scherzando):



Così. Come Dracula.
Io, vagamente a disagio, chiedo al povero pazzo se posso essergli utile.
Lui, con il volto nascosto dal braccio, biascica un incomprensibile “twoisleth”.
“Mi scusi?”, faccio io, stupito di come la situazione stia scivolando lentamente nella follia.
“Tshoiwet”, dice il ciccione mangia riso e succhia sangue.
“Che???”, chiedo io, e avvicino ancora la testa al tizio. Poi, per un attimo, ho paura. E se questo scatta e mi morde al collo, come un giaguaro? Ha la mole e il peso per mettermi ko. Nonché la stazza per inghiottirmi intero.

Quello, guardando il pavimento, urla “Thoiwet”!
Capisco che il folle vuole dire “toilet” e, carico di paura, gli indico le scale che portano al bagno con la stessa dinamica con cui, su “La Compagnia dell'Anello”, lo hobbit minacciato indica Hobbiville ai Nazgul, mentre il suo cane latra e abbaia.


E qui accade l'incredibile.


Il ciccione compie un piccolo salto in aria e, mentre i suoi duecento chili sono sospesi nell'aire, compie due velocissimi passi nel vuoto.

Ve lo giuro.

Il balenottero si prodiga in un grande inchino teatrale (piccolo salto, mani lungo i fianchi) e sparisce a grandi passi verso il cesso, sempre in modalità Dracula.

Io dico a me stesso che quella che ho appena avuto è stata un'unica, gigantesca allucinazione. Che non possono esistere persone del genere.

A riprova della mia teoria sta il fatto che il ciccione non sè più visto uscire dal ristorante. Come se il cesso se lo fosse inghiottito.
A me piace pensare che di notte i più intrepidi dei manager possano incontrarlo disteso in una bara taglia XXL, nella stanza frigo, aspettando l'arrivo di sangue.
O cioccolata.
O pollo.
O zucchero.

Nessun commento:

Posta un commento