giovedì 24 luglio 2014

MATTIA VS FOOD # 9



Come dicevo nella puntata precedente, sono sempre stato un ingordo pezzo di merda. Tra le mie varie, ripugnanti abitudini alimentari merita una menzione d'onore il vizio di bere dalla bottiglia.
Qualcosa di cui mia madre, poverina, non riesce a farsene una ragione.
Ogni volta che mi vede afferrare una bottiglia d'acqua dal frigo inizia subito con una lunga sequela di “MATTIA NON FARLO SCHIFOSO NON NON FARLO BASTARDO” e poi quando rumorosamente mi attacco al collo, bevendo in modo viscido e avido, mia madre scuote la testa e mette le mani sui fianchi “CHE SCHIFO MATTIA CHE COSA SCHIFOSA SEI VERAMENTE UNO STRONZO CHE STRONZO CHE SEI CHE SCHIFO”.

Questo rito io mia madre ce lo trasciniamo simpaticamente dietro fin da quando diventai capace di sollevare una bottiglia.
Una volta (avrò avuto si è no sei anni) avevo adocchiato una bottiglia di Fanta lasciata inconsciamente da mia madre vicino al lavandino della cucina.
Lei mi aveva visto guardarla dalle tenebre, come Vermilinguo guardava Eowyn sul Signore degli Anelli, ma stranamente non mi disse nulla.






Io aspettai pazientemente che arrivasse l'ora dello shopping e, attraverso potentissime macumbe voodoo, sperai fino all'ultimo che la mia dimentica progenitrice abbandonasse la preziosa bottiglia sul lavandino.

Così fu.

Non appena la porta si chiuse mi lanciai ruggendo e, stappando il tappo con gesto felino, mi attaccai al collo ebbro di potere.
Gettai tre lunghi sorsi prima di riconoscere che il sapore era un tantino diverso dalle aspettative.
Tipo che mancavano le bollicine.
Tipo che sapeva di olio extravergine d'oliva.

Tipo che ERA olio extravergine d'oliva.



 

La perfida bottiglia arancione aveva fatto sì che, dalla distanza, l'olio fosse del tutto simile alla desiderata bibita gassata.

Volli morire. Mi lavai i denti sette volte. Cagai altrettante volte.
Ma la cosa non mi spezzò. Non mi lasciai piegare da quell'incidente.

Oggi, dall'alto dei miei ventisei anni, sono ancora un orgoglioso bevitore dal collo delle bottiglie.

Ma non piangere, madre. 

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