mercoledì 4 giugno 2014

SPAVENTI IMPORTANTI # 9 : IL BARBONE SUL VETRO



Benvenuti alla nuova puntata delle mutande dove ci scappa lo schizzetto di pipì. 
Molto molto tempo fa, quando ancora erano per il sottoscritto i tempi della gaia giovinezza pascoliana, me ne stavo con i miei genitori ad un ristorante X che non ricordo.
Dopo una sonora mangiata, come spesso accadeva ai tempi, io chiedo ai miei se posso andarmene in macchina a dormire. Già allora, come potete immaginare, dei rapporti umani mi fregava ben poco. D'altronde, come tutti sanno, i ristoranti servono solo a mangiare, non certo ad interagire con tutta quella fastidiosa umanità durante il dopocena.

I miei, comunque, acconsentono. Adoravo l’Opel station wagon di mio padre. Per il Mattia bambino era un cazzo di hangar. Potevo sdraiarmici di lungo e farmi delle incredibili dormite.
Non appena dentro l'abitacolo, però, mi accorgo rapidamente di non avere tutto il sonno che credevo di avere. Inizio così ad osservare il mondo attorno, che iniziava ad essere battuto dalla pioggia.
Le gocce iniziavano a manifestarsi attraverso la luce dei lampioni attorno e a tamburellare sui vetri dell’Opel. Tutto iniziava a diventare lucido e tagliente, e io ne ero affascinato. Avvertivo il suo potere ipnotico.
L’acqua, rincorrendosi in rigagnoli giocosi, scorreva fino allo sportello. L’aria si riempiva dell’odore penetrante della terra bagnata, e l’asfalto caldo sospirava una freschezza inaspettata.
Ero felice ed ipnotizzato. Tutt’attorno era bellissimo e bagnato e rilassante.
Lascio le palpebre socchiudersi mentre continuo a fissare le gocce che, sul vetro, scivolano pigre.
Sono in quel limbo magico che separa sonno e veglia quando, d'un tratto,

SBAM!




Sul vetro mi ci sbatte un cazzo di barbone ubriaco, con barba, bottiglia e tutto. Biascica nell'antica lingua degli alcolisti.
Il suo occhio è opaco e vitreo come quello dei grandi squali bianchi. I suoi denti marci.
Io urlo, fortissimo, perdo immediatamente i capelli e una mezza dozzina di anni di vita.

Lui, bofonchiando qualcosa, sorride e sparisce biblico nella notte, lasciando me scioccato e con un principio di infarto in corso.

Quando mamma e papà tornarono in macchina, non mi credettero.

Nessuno mi credette.
Nessuno vide più il barbone. Ne gli anni che avevo perso.

Nessun commento:

Posta un commento