venerdì 28 febbraio 2014

GRANDE FRATELLO: PRELUDIO



L’Anfiteatro Flavio, meglio noto al mondo come Colosseo, è il più grande anfiteatro del mondo. La sua costruzione iniziò nel 70 d.c. e venne inaugurato nel 80 d.c. Poteva ospitare fino a 80.000 spettatori. Era teatro di scontri, drammi, tragedie e rievocazione di battaglie famose.
Questa noiosa premessa serviva a palesare come il concetto di arena non è mai scomparso, si è solo trasformato. Noi viviamo in arene digitali. Noi  le bramiamo e le amiamo. Da sempre.
I social network non sono altro che piccole arene virtuali in cui riceviamo (e cerchiamo) applausi o pollici versi. In cui vorremmo sentire la folla urlante acclamare il nostro nome, elevandoci da signor nessuno a stella del firmamento sociale.
In cui viviamo, come duemila anni fa, scontri, drammi e tragedie.
È inutile quindi chiedersi perché un programma come il Grande Fratello possa avere avuto tanto successo mediatico.
È un arena.
E il pubblico, tramite il tele voto, non fa altro che decidere chi “muore”, chi scompare, chi non è degno.

Mi sono sempre rifiutato di vedere tv spazzatura. Il Grande Fratello non l’ho mai visto. Mai. E mai credevo di doverlo vedere. Ma il destino, si sa, è un bambino capriccioso che gioca con i fili delle nostre vite.

E qui devo aprire una piccola parentesi e raccontarvi chi è Edoardo. O Edino, come il pubblico digitale ha imparato ad apprezzarlo.
Ho tre migliori amici, ed Edoardo è uno di loro. Lo conobbi durante l’Accademia di Belle Arti, e già allora percepii quanto fossimo profondamente, spaventosamente simili.
L’amicizia con gli anni si è rafforzata. Si è evoluta. Ed ora la lista di persone che sacrificherei per salvare la vita ad Edo è enorme. Preoccupantemente lunga.
Siamo entrambi personalità molto forti, ci siamo quindi “scontrati” o “confrontati” nel tempo e quegli scontri/confronti non hanno fatto altro che alimentare, come benzina scintillante, il motore del nostro legame.
Con Edoardo ho condiviso felicità e sfortune, birre e sigarette, risate e deliri. Ma soprattutto (e questa è una cosa rara nella maggior parte delle amicizie) i silenzi. Perché non abbiamo mai davvero avuto bisogno di parlarci. Succede spesso che ci concludiamo le frasi a vicenda. Condividiamo la stessa linea di pensiero. Abbiamo passato pomeriggi interi leggendo fumetti sul letto o sul divano, senza rivolgerci parola.

A me del Grande Fratello non me ne frega un cazzo, ma Edo è il mio migliore amico. E i veri amici sono i compagni di battaglia. Sono quelli che ti reggono la fronte mentre vomiti. Sono quelli che ti seguono in tutte le tue scelte, anche se sanno che poi se ne pentiranno.

Se lui mi dice di saltare, io gli chiedo “quanto in alto?”.
Se mi chiede di recensire una puntata del Grande Fratello io gli rispondo, con voce ferma e sguardo complice:

FACCIAMOLO.

La prima puntata sul blog di Edino, la seconda sul mio, la terza sul suo e così via, nella più grande altalena intellettuale dai tempi degli illuministi.

Stay tuned.

Nessun commento:

Posta un commento