domenica 12 gennaio 2014

SCOIATTOLI GRIGI VS. SCOIATTOLI ROSSI VS. MATTIA

In QUESTO articolo uscito su Stampa tempo fa (uno dei tanti articoli, a dir la verità) si denuncia la strage di scoiattoli rossi da parte dei pericolosissimi scoiattoli grigi americani, di gran lunga più forti e pericolosi dei loro simili europei.
Non solo resistono meglio ai virus, ma mangiano il doppio dei rossi, devastandone le riserve di noci e semi, divorando finanche le uova degli uccelli, ponendo a rischio le nidiate. Non gli bastava mettere in pericolo una sola specie, no.

Fui io stesso vittima di uno dei loro folli attacchi.

Ero ai parchi di Russel Square, in una pausa da lavoro. Mi stavo godendo un tiepido ed inaspettato sole appoggiato alle radici di un grande albero. Nelle cuffie, Sam Cook mi diceva che tutto andava bene, che la felicità era a portata di mano.
Ecco però che mi accorgo della malaugurata esplosione di una penna  nella tasca dei miei pantaloni che, fortunatamente, erano neri.
Mi alzo quindi per andare a buttare la penna quando noto che il secchio dell'immondizia si muove. C'è dentro qualcosa.
Dalla busta nera fa capolino l'occhio di un roditore. Era uno scoiattolo grigio, con il suo tipico sguardo pregno di follia e di voglia di far del male.
Io lancio la penna nel cestino e quello ci si lancia contro con l'intento, senz'altro, di divorarla. Non appena scopre che l'oggetto non è commestibile mi lancia uno sguardo inviperito, che ho tentato di riassumere nella seguente diapositiva:



Si lancia quindi fuori dal cesto e inizia a correre verso di me. Io lancio un sorriso nervoso agli altri avventori del parco, come a dire “ma che vuol fare questo mattacchione?”.
Quando capisco che vuole attaccarmi, è quasi troppo tardi.
Lancio un gridolino da femmina, scatto di lato e inizio a correre. Lui è rabbioso. La coda vibra di rabbia e cieca follia omicida.
Fuggii senza voltarmi.

Non sono tornato mai più in quel parco.



Ora, nella mia tranquilla casa a Wood Green, l'incubo non è finito. Dovete sapere che la mia ragazza ha voluto piantare dei broccoletti romani nel giardino. Tutti eravamo folli di felicità pensando alle scorpacciate che ci saremmo fatti. Ma il pericolo aveva le sembianze di uno scoiattolo grigio grassissimo, subito soprannominato "Culone".

Il figlio di puttana, di tanto in tanto, si lancia nel nostro giardino facendo man bassa del prezioso raccolto. Francesca esce quindi per cacciarlo. E lui torna. E lei lo caccia. E lui torna e avanti così in un girone infernale di continui sguardi attraverso la finestra per controllare che il demone non stia distruggendo nulla.
Poi, un giorno, Francesca era occupata a fare altro e mandò me a cacciarlo.
"Massù, faglieli mangiare due broccoletti!" dissi io, pavido e terrorizzato.
"Cor cazzo Mattì. Caccialo."
Aprii la porta del giardino e, senza nemmeno uscire, urlai SHOOOO!
Lo scoiattolo non mosse nemmeno la coda, ma mi rivolse lo sguardo che tanto ho imparato a temere, quell'occhio vitreo e scuro come un sasso nero. L'occhio della morte.
Mi avvicinai ancora un poco e iniziai a battere le mani per spaventarlo.
Lui smise di mangiare, ma non si mosse.

Mi guardava.




Arrivai talmente vicino che, se allungavo una mano, potevo toccarlo. "Và via" dissi piano, con la voce spezzata dalla paura.
Lui immobile.
Me ne andai.
Sconfitto da uno scoiattolo, che schifo.

Culone torna di tanto in tanto, ricordandomi chi comanda nel circondario. Io tento di rabbonirmelo con offerte rituali di formaggi e altre prelibatezze. 

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