domenica 19 gennaio 2014

PIERO DA POLLO'S # 4


Benvenuti nella nuova puntata della rubrica che ha scosso le radici della ristorazione. Oggi il nostro Piero avrà a che fare con nientepopodimenoche una banda di motociclisti. Pronti per una dose di adrenalina? Per una dose di pollo? Per entrambe? SI VA!!!

(Oggi, tra l'altro, mm ha chiamato mia zia e mi ha detto di scrivere in prima persona. E così farò, che gli voglio gran bene a zia.)

È ormai ora di chiusura, gli ultimi clienti hanno lasciato da poco il locale e la piazza, fuori, è deserta e bagnata.
Io sono particolarmente contento perché quei debosciati con cui lavoro hanno, per una volta, lavorato come un team e stiamo chiudendo il ristorante a tempo record.
L'atmosfera è rilassata, io canticchio Johnny Cash, felice. A breve sarei tornato a casa, tra le calde coperte e le braccia della mia ragazza. Dall'altra parte della strada, faccio un cenno di saluto al tizio della sicurezza. Stava controllando che le porte del negozio di telefonia della 3 fossero ben chiuse.

Tutto andava a meraviglia.

Quand'ecco un rombo di motociclette. Numerose motociclette. Come se un gruppo di fottuti Hell's Angels fossero arrivati lì davanti.
Poi sentiamo un crash. Un tizio con un passamontagna aveva appena buttato giù con un calcio la porta del negozio 3. Il resto della gang arriva a bordo di quattro moto, agitando spranghe. Io incredulo. Mi aspettavo da un momento all'altro che si togliessero i caschi e annunciassero la candid camera.
E invece no. Dentro al negozio 3 scatta un combattimento con la guardia al suo interno. Io corro davanti ai miei colleghi pietrificati e chiudo la porta a vetri del ristorante. Dall'altra parte, uno dei rapinatori mi sgomma in faccia con la moto, come a dire “ecco bravo, stai al posto tuo, non uscire.”
I miei colleghi fuggono.
La manager mi urla di chiamare la polizia e io : “Fallo tu, no?”
E quella: “Non posso, tremo dalla paura, non riesco a comporre il numero!”
“BAH!”, gli faccio io, con sdegno da maschilista sul volto, “dammi il telefono, femmina.”
Chiamo gli sbirri che all'inizio non mi credono, devo ripetergli la storia e alla fine si mobilitano capendo che sì, c'è una cazzo di rapina in un negozio della 3.
Fuori, ovviamente, i tizi in passamontagna avevano già fatto man bassa dei telefoni (soprattutto di quei cazzo di iPhone 5S appena usciti). Rombando e sgommando a terra, la gang sparisce in una nuvola di fumo di scarico.
Noi increduli. Poco dopo arrivano i poliziotti: un tizio indiano che sembrava il capitano Nemo su quella merda di film che è la Leggenda degli Uomini Straordinari, e un uomo di colore alto approssimativamente tre metri. Iniziano così a delimitare la scena, prendere foto, guardare in giro eccetera. 

Ora, secondo voi, chi è stato l'unico stronzo che è dovuto rimanere, quella sera, a testimoniare alla polizia cos'era successo, mentre tutto lo staff veniva mandato a casa? 



Esatto.


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