giovedì 25 novembre 2010

PERIODO NERO


Non è propriamente un periodo felice. L'inverno, insieme alla nebbia e alla pioggia, ha trascinato con se errori, ripensamenti, domande e, soprattutto, ansie.
Ansie per quello che sarà, per quello che sarò, per le scelte che dovrò affrontare. Ma non temete, termino qui il discorso poiché vi annoierebbe subito. Concludo con un bel "Non me la sto passando molto bene." Generico. Indolore.

Ho una capra. Si chiama Charlene. E' nera.
Mamma aveva sempre desiderato una capra. L'occasione giusta si è presentata con il volto di un signore che doveva disfarsi di una capretta nera. O il macello, o noi.
Mamma, che preferirebbe uccidersi piuttosto che uccidere, ovviamente l'ha accolta a braccia aperte.
Ora, alcune precisazioni sul mondo delle capre, per chi avesse mai l'insana idea di adottarne una:
1) Mangia tutto. E con tutto intendo tutto, dai rovi (ROVI!) all'edera, ai jeans, ai lacci delle scarpe, agli olivi, ai rampicanti.
Tenetela legata o farà terra bruciata attorno alla casa.
2) E' inquietante. Con le sue pupille orizzontali, il suo muoversi scattoso, le sue corna acuminate, il suo rimanere ferma e immobile per ore. Ora capisco perché nell'iconografia cristiana il caprino ha sempre avuto valenza maligna, o quantomeno ambigua. Si pensi a Satana, a Pan, ai Fauni.
3) Non ha un buon rapporto con i canidi. Tito, il mio stupido cane, è convinto che Charlene sia un grosso labrador nero, e prova a giocarci insieme. Si è beccato due o tre cornate niente male.
4) Ha una forza mostruosa nel collo. Se volete afferrarla per le corna, assicuratevi di averla stretta bene, oppure rivolgetevi (come ho fatto io) al mio erculeo zio. L'ha afferrata e caricata di peso sulla Jeep, come se stesse spostando un peluche.
5) Non lasciatela libera. Mai. Solo in un recinto. L'unica volta che ci abbiamo provato Tito ha rischiato di morire e le nostre rose hanno avuto una drastica potata.
6) Le capre sono cattive.

Io amo Charlene, e lei mi ama. Nel senso che non tenta di uccidermi appena mi vede, anzi. Si struscia affettuosamente sui jeans (per poi mangiarseli). Quando voglio fumarmi una sigaretta in grazia di Dio, capita spesso che io mi rechi fin dove il temuto animale è stato legato, mi sieda per terra e, con la capra al fianco, consumi in silenzio il vizio del tabagismo.

Probabilmente Charlene è l'unica cosa positiva di questo periodo. Ah, no. Anche un'altra cosa. Ma ne parleremo quando ne potremo parlarne. Non ora.

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