mercoledì 30 giugno 2010

QUESTIONE DI GIURIA

Il titolo del post può far pensare erroneamente ad un intervento riguardo a qualcosa di terribilmente importante, tipo la Notte degli Oscar, il Premio Strega, o l'E3.
No. Nulla di tutto ciò. Ma non per questo meno importante.
Pochi giorni fa vengo a sapere che la CISL aveva indetto un concorso letterario a livello regionale (si parla dell'Umbria) e che c'era un gruzzoletto per coloro che avessero raggiunto il podio.
Come spesso mi accade in queste occasioni, al momento di attivarmi scopro che il termine ultimo del concorso è già scaduto, e che addirittura sono già stati premiati i vincitori.

"Beh" ho pensato, "Diamo un'occhiata a quello che hanno scritto i vincitori".

Leggo i tre scritti. Il tema era "i giovani, costruttori di futuro", condito da una bella frase di Albert Einstein.

Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate a ciascun individuo

Rimango basito dalla pochezza intrinseca dei lavori dei primi due classificati. Allora mi dico, soprattutto dopo aver letto il meraviglioso racconto del terzo classificato, "Cazzo ma dai non è possibile, ci dev'essere qualcosa sotto!".
E infatti, dopo brevi ricerche, scopro che sia a Terni che a Perugia si sapeva alla grande che il vincitore del primo posto aveva una lista di raccomandazioni lunga come la fedina penale di Jesse James.

Pazienza.

Chi ha i calci in culo arriva più lontano di altri. E' ingiusto, ma il mondo purtroppo ci sta facendo capire in cosa si evolverà. Quindi eviterò anche di parlare del racconto in questione, a cui l'autore (ce chiamerò Gigì Panuozzo) non si è nemmeno degnato di dare un titolo personale. Ha pensato che fosse sufficiente riscrivere la frase di Einstein per dare inizio ad una sterile, anonima critica al mondo di oggi, una robetta che poteva essere benissimo rubata alle pagine di Grand Hotel o Novella 2000.

Però non ci sono cazzi, ha vinto con raccomandazioni e potevi essere anche il nuovo Paulo Coelho e tanto te la prendevi in culo.

Ma la seconda classificata! Dio mi fulmini se ho mai assistito a periodi peggio gestiti! A una carestia così devastante di punteggiatura! La signorina in questione, che chiameremo BimbaKeMordeIlSistemaBastardo, tenta invano di inscenare un'analisi sociologica e storica dell'Italia a partire dagli anni 80, fallendo miseramente e facendo precipitare il suo lavoro nel grande girone delle banalità. E se c'è qualcosa di peggiore della banalità, è la banalità scritta male.

Trascriverò solo una delle frasi più eterne dell'orrido scritto: "C'è quasi un ritorno al passato ed è per questo che i giovani hanno paura di rimanere senza lavoro soprattutto perché, tanti di loro non essendo incentivati, proseguono attività di famiglia, senza avventurarsi in nuove esperienze, perché grazie a quelle diventano economicamente indipendenti conducendo una vita discreta".

Vi giuro che era scritto così. Tuttolungocosìchetivienvogliadilanciareviaillibricinoedartifuoconellatuaabitazionepernonsopportareoltrequellostrazio.

Il terzo racconto, quello che fuori da ogni dubbio meritava il primo posto, è invece una profonda e straziante testimonianza di Andrea, un ragazzo immaginario come mille altri di carne e ossa.
Andrea, senza luoghi comuni e frasi fatte da tabloid, racconta la sua vita. E la sua morte. Il problema del lavoro si trova lì in mezzo, nemmeno troppo in vista tra i pacchetti di sigarette.
Eppure risuona assillante in tutto lo scritto, brillando con la luce della vera denuncia.
Povero Andrea.
La giuria di quel concorso l'ha ucciso davvero.

E ora, elenchiamo i membri della giuria immaginaria che presiedeva il concorso:

Carlo Cuccitella, il paninaro quello dell'angolo che ti strizza l'occhio e ti dà la crosta della pancetta, quella salata e deliziosa.
Fiammetta Tirabaci, una maestra elementare che morirà sola senza mai aver conosciuto l'amore.
Giancarlo Baffotti, un imprenditore che ogni giovedì va a trovare Katrina, una russa che lo fa tanto ridere.
Piero Malamenti, un povero disgraziato che si trovava lì per caso.
Gianni Panza, sociologo di fama internazionale e co-autore del famoso libro: "Lavoro e giovani oggi". Il libro è del 1962.

3 commenti:

  1. Ho letto anche io il libretto e concordo pienamente...non so come facciano la giuria e i primi due vincitori a dormire la notte con la coscienza pulita, ma tanto lo sappiamo, i calci in culo sopprimono quel vago senso di disagio che si chiama onestà...

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  2. Meravigliosamente l'Italia. La prossima mossa sarà assegnare il primo premio della riffa di natale, un prosciutto, alla figlia del salumiere.

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