sabato 5 aprile 2014

SPAVENTI IMPORTANTI # 5 : RAGAZZI IN TRANS-FERTA


Per chi non conoscesse l’ambiente perugino bisogna immediatamente chiarire che la zona di Madonna Alta è un incubo di droga, criminalità e ignoranza. Di notte brulica come un formicaio illegale. Di giorno pure, ma con discrezione.
Avevamo nemmeno diciassette anni e io, Francesco e il Franz ce ne stavamo a casa di quest’ultimo, a Madonna Alta per l’appunto.
Dopo aver perso un paio di diottrie davanti ad una PlayStation 2 eravamo davvero indecisi sul da farsi, che la serata era ancora giovane e noi ggggiovanissimi.
Accade quindi quello che spesso accade a quell’età: entrano in gioco gli ormoni, e decidiamo di raggiungere una casa ad un paio di chilometri di distanza, dove tre elementi di sesso femminile i nostra conoscenza stavano avendo una serata parallela alla nostra.
Consci del pericolo che avremmo corso nel percorrere quei due chilometri a piedi, indovinate con che mezzo decidiamo di raggiungere la casa?

Esatto.
A piedi.

Sotto al portone del Franz la situazione appare tranquilla. Tagliamo per un parco e ci ritroviamo su un marciapiede dal lato opposto del palazzo. E ancora tutto in regola.
Le macchine si dileguavano lente e svogliate insieme alle ultime luci del giorno, la strada era sempre più deserta e già le prime brutte facce spuntavano dagli angoli e dalle finestre, come nei film di Sergio Leone.
Raggiungiamo un palazzo pieno di portici e colonne avvolte dalle tenebre. L’aria si fa pesante ed una musica di tensione viene riprodotta da altoparlanti nascosti.

“È una scorciatoia, tranquilli fifoni!”, ci dice il Franz per tirarci su di morale. Ma in realtà, si vedeva benissimo, era terrorizzato.

Rumori di passi. Scarpe con il tacco. Risate nell’oscurità. Sussurri di una paura senza nome, come direbbe Dama Galadriel.
Noi ci arrestiamo, percependo nelle tenebre la presenza di altri uomini. 
E proprio questi uomini si palesano uscendo dal buio e permettendo alla luce dei lampioni di colpire i loro volti.
Ed è allora che capiamo che i nostri nemici di quella sera sono sì uomini, ma anche un po' donne. 

Un po' trans, insomma.

E, non paghi di averci già fatto cagare addosso,  iniziano a fare indelicate avance chiedendo baci, inebriati dall’odore di carne diciassettenne.
Noi fuggiamo con gridolini da femmine, zigzagando fra le mani artigliate che volevano ghermirci. I glitter delle loro unghie brillavano sotto la luce della luna. Io scatto avanti riuscendo ad evadere le attenzioni di un signore / signora di colore, accelero grazie al panico e raggiungo la velocità di crociera di un Opel Corsa.
Il Franz urla “PPPORCAPUTTANA” e le sue gambe, pur essendo fragili gambe di video giocatore, gli permettono di raggiungere la velocità degli Ju 87 tedeschi quando si gettavano in picchiata sui poveri soldati inglesi.
Francesco si lascia alle spalle un nuovo ammiratore e con un grande BANG sfonda il muro del suono, sprintando in testa al gruppo e lasciando il trans con il cuore infranto (e probabilmente un’erezione) alle sue spalle.

Arriviamo a casa delle ragazze sudati, bianchi e appiccicose come quei vermi immondi e ciechi che vivono nelle viscere della Terra.
Quelle ci chiedono cosa fosse successo.

Noi stiamo zitti, che tanto non ci avrebbero creduto comunque.


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