martedì 1 aprile 2014

RICETTE VIOLENTE: L'AMMAZZAPASTORI




Io e la mia ragazza amiamo ripetere che la nostra è una storia alimentare, nel senso che siamo due forchette tanto buone che la nostra serata perfetta si riassume (in gran parte) in un calice di buon vino, tante risate e tanto buon cibo.
Ci divertiamo quindi a trovare su internet ristoranti particolari, ristopub, friggitorie, kebabbari e qualsiasi altra cattedrale dove venga venerato il gusto in tutte le sue forme, complice una città come Londra dove, gastronomicamente parlando, trovi praticamente qualsiasi cosa.
Il problema è che una delle cose che mi accomuna con lei, oltre all’amore smisurato per il cibo, è l’avere un culo pesante.

Molto pesante.

Il sessanta per cento delle serate si concludono quindi con un sereno vaffanculo il ristorante, fuori fa freddo, mi fa male il tallone e altre scuse improbabili, decidendo quindi di rimanere fra le mura domestiche.
Il che comunque non ci fa rinunciare al buon cibo, anzi. Francesca è una cuoca eccezionale, e la sua dedizione all’arte culinaria spazia dagli antipasti ai dolci, tutti diligentemente raccolti in un quaderno rosa dove tutto è appuntato con dosaggi esatti e procedimenti e trucchi e stregonerie.
Lei è una chimica della cucina. Un dosaggio di troppo è per lei eresia.
Io affronto la cucina in maniera diversa. Opposta, direi.
Io invento, cambio, pasticcio, lancio dentro alla pentola spezie solo perché sono belle o colorate. Cucino come dipingo, un po' alla cazzo di cane.
A tutte quelle persone che mi additano come buon cuoco ripeto che non so cucinare, sono solo molto fortunato.
Fatto sta che gran parte del mio tempo libero, un po' per mera sopravvivenza, un po' per piacere, lo passo dietro ai fornelli. E questo mi ha permesso di accumulare una valanga di ricette (o presunte tali). A volte roba raffinata da cena radical chic, altre volte degli intrugli dall’apporto calorico capace di uccidere un cinghiale adulto.
Ricette eseguite nel caos più totale, rigorosamente con colonna sonora di sottofondo,sporcando quante più pentole e utensili possibili (Francesca, di solito, mi sta letteralmente dietro pulendo ogni cosa).

Pronti per la prima, entusiasmante ricetta? Bravi. Così vi voglio. Mettete su Fortunate Son dei Creedence e segnatevi gli ingredienti de L’AMMAZZA PASTORI!



Macinato bovino. Carne buona, mi raccomando. (mixatelo in una ciotola con sale e pepe)
Panini rotondi integrali.
Una melanzana.
Formaggio Halloumi
Pomodori.
Pickle.
Sale e pepe.
Coraggio e rabbia a volontà.


Con il pratico stampo acquistato precedentemente su Amazon, stampate hamburger con arroganza e la faccia di chi la sa lunga. In cucina non c'è spazio per il dubbio.


Afferrate il vostro panino integrale, fingendovi per un attimo qualcuno a cui freghi qualcosa del mangiare roba integrale.


Tagliate la melanzana a fette di un cm circa e arrostitele fino a quando non diventano marroncine e deliziose da entrambe le parti.



Affettatevi pomodori e formaggio Halloumi in fette da 1 cm e compiacetevi della sweet pickle appena acquistata da Lidl ad un prezzo ridicolo.


Salvo errori o incendi, le melanzane dovrebbero venir fuori così. Ricordiamo che questa è una ricetta a prova di stronzi.


Cuocete l'hamburger di carne come volete ma non ben cotto. MAI. Se nella vostra compagnia avete qualcuno che mangia il bovino ben cotto allontanatelo a colpi di offese e sputi.


Spargete la sweet pickle sulla parte inferiore del panino e poi, in rapida successione sulla parte superiore:


Pomodoro


Melanzana arrostita


E il formaggio Halloumi, che avrete precedentemente arrostito nella stessa padella in cui cuocete gli hamburger. Giusto per renderlo leggero. 




Adagiate, con fare solenne, la carne sul panino e compiacetevi del fatto che avete speso, per quattro hamburger sanissimi, tipo 2 pound e cinquanta l'uno. Forse anche meno.



Infilzate i Burger con uno stuzzicadenti enorme di quelli che si usano per gli spiedini. Questo gesto, oltre alla sua teatralità e al fatto che poi il burger è più figo, non ha nessun'altra funzione. No, scherzo: alcuni pappamolla sostengono che così il panino non si sfalda in mano. Tze. Fighette.


Prenotate una dialisi per il giorno dopo e addentate la vostra creazione... 

Buon Appetito!!!

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